Da(l) vivo di venerdì

Incontri con esperte ed esperti

ottobre 23 / maggio 24

Ridotto del Metastasio

Un ciclo di incontri aperto a tutti, dedicato a nuovi, possibili orientamenti per un buon vivere e quindi per un buon morire. La riflessione sulla mortalità investe ogni area del sapere e può concorrere allo sviluppo di condizioni di morte e quindi di vita migliori. Gli incontri del venerdì al Ridotto del Metastasio chiamano in causa esperte ed esperti di diverse materie – tanatologia, filosofia, medicina, cure palliative, antropologia, letteratura, diritto… – a testimoniare dal punto di vista personale e professionale cosa fa paura, cosa potrebbe farne un po’ meno, quali strade è possibile percorrere per vivere pienamente nella finitezza, invece che subirla. Non esistono risposte facili, ma è possibile creare uno spazio di dialogo accogliente e gioioso, dove entrare in contatto con domande, percorsi, esperienze di ispirazione, in un ambito ritenuto scandaloso, troppo silenzioso, di enormi bisogni inespressi.

Il tabù della morte, la relazione di cura in ambito sanitario, la vecchiaia che non conosciamo e non consideriamo, la sparizione del rito del lutto, i genocidi e le loro conseguenze, le possibilità del lasciar andare pur ricordando: sei conferenze (più due incontri in concomitanza con le restituzioni pubbliche del laboratorio teatrale) da ottobre 2023 a maggio 2024, che mirano a creare una collezione di voci che, insieme a quelle raccolte dalle interviste, saranno anche simbolica testimonianza della comunità che è possibile creare attorno a un tema tanto difficile da affrontare, in relazione con gli altri, essendo la relazione e la comunità forse i migliori antidoti alla sofferenza sollevata da questo tema.

Gli incontri, ad eccezione dei primi due, vengono ripresi in video e resi visibili sul canale Youtube del Teatro Metastasio > playlist

 

Calendario

24 novembre 2023, ore 18.00, Ridotto del Teatro Metastasio
La relazione di cura nel morire. La sanità verso le necessità dell'umano.
Il paziente non è solo un corpo, è anche emozioni e pensiero. La qualità della relazione tra il personale sanitario e il paziente, soprattutto nel caso di diagnosi infauste, fa la differenza tra la possibilità di continuare a vivere fino alla fine o morire in vita. Una parola adeguata o infelice, un tempo dedicato o mancato decidono dell’adesione alle cure e del decorso della patologia. Spesso i medici sottovalutano o schivano le emozioni, quelle del paziente e le loro, e come chiunque possono vivere nel tabù della morte. Di fronte all’impossibilità della guarigione sentono che il loro compito è finito. Come costruire un ospedale, oggi principale sede della partita vita/morte, capace di accompagnare l’ammalato e le famiglie, in percorsi di cura della persona e non solo della patologia?

con
Carlo Biagini, medico geriatra e radiologo
Paolo Fontanari, medico anestesista, direttore di Anestesia e Rianimazione nell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, membro della Commissione di Bioetica dell'Ordine dei Medici di Firenze
Marcella Gostinelli, dirigente sanitaria
Piero Morino, medico anestesista e palliativista, ex direttore della Unità di Cure Palliative di Firenze, vice coordinatore del Comitato per l’Etica Clinica della USL Toscana Centro

saluti e introduzione di
Massimiliano Civica, direttore del Teatro Metastasio
Diana Toccafondi, presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Prato
Elisa Sirianni e Mario Biagini, curatori del progetto Da vivi – Il miracolo della Finitezza

in collaborazione con CNAI – Confederazione nazionale associazioni infermiere/i

 

15 dicembre 2023, ore 18.00, Ridotto del Teatro Metastasio
Anziano sarai tu. La vecchiaia negata che genera infelicità.
Non si fanno sforzi tanto grandi per quasi nient’altro come per nascondere l’esistenza della vecchiaia. Meglio delinquente che vecchio, si potrebbe dire. In Italia gli ultrasessantacinquenni sono il 23%, dal 9% del 1960: "un fenomeno di massa", dice Lidia Ravera in Age Pride. Si vorrebbe essere giovani fino a 80 anni, pur di non invecchiare. Non c’è curiosità per le scoperte che questa fase della vita riserva – solo senso del limite, vergogna, poca consapevolezza che si tratti di un successo raggiungerla, soprattutto se ci si arriva in salute. E quando ci si arriva in malattia o povertà si scoprono una sanità e un welfare con progetti non adeguati ed economie non sufficienti, conseguenze della stessa prospettiva di peso, disagio, perfino inutilità. Il rapporto con la vecchiaia è metro del rapporto con la mortalità. Abbiamo perso di vista i corpi e le menti degli anziani, non viviamo loro vicini e manchiamo così la possibilità di familiarizzare con la finitezza. Di cosa avremmo bisogno affinché la vita sia davvero tutta "da vivere", da giovani, da adulti, da vecchi?

con
Lidia Ravera, scrittrice
Maia Cornacchia, analista biografica a orientamento filosofico
Guido Gori, medico geriatra e psichiatra, ex responsabile U.O. Complessa di Geriatria (ASL Toscana centro), fondatore e conduttore del Centro Diurno Alzheimer “Le Civette”
modera Elisa Sirianni


28 dicembre 2023, ore 18.00, Ridotto del Teatro Metastasio
Un Incontro in concomitanza con la festa poetico-musicale creata dai partecipanti del laboratorio teatrale, per proporre pubblicamente a enti sanitari e cittadini la stesura del Patto di Ospitalità.
Con rappresentanti di enti sanitari pubblici e privati della città di Prato e della cittadinanza.


26 gennaio 2024
, ore 18.00, Ridotto del Teatro Metastasio
Si può dire morte. Lutto e memoria al tempo dei social.
Si parla molto di rimozione della morte. Ma quali sono le ragioni, quali i processi storici a causa dei quali la nostra cultura aggira la morte e la mortalità? E perché invece è opportuno e utile parlare del nostro comune destino mortale, accoglierlo nel nostro pensiero e nelle nostre vite? Forse perché prendere coscienza della finitezza offre sorprese inaspettate: ci permette di vivere più pienamente, di essere più sereni, avere meno paura della morte e di comprendere il senso più profondo della responsabilità che abbiamo nei confronti degli altri e di noi stessi. Nella società contemporanea le tecnologie digitali vengono incontro al bisogno personale e collettivo di parlare di morte, offrendo spazi pubblici all'interno di cui condividere il lutto e la memoria. Questa novità intercetta la rimozione della morte in maniera inedita, offrendo opportunità importanti per la metamorfosi del nostro rapporto con il fine della vita e, al tempo stesso, creando anche problematicità in merito alla non accettazione del limite. 

con Davide Sisto, tanatologo e filosofo
introduzione di Andrea Vannucci, direttore sanitario di File - Fondazione Italiana di leniterapia

in collaborazione con File - Fondazione Italiana di leniterapia


9 febbraio 2024, ore 18.00, Ridotto del Teatro Metastasio
La sparizione del lutto: società e culture a confronto. L’importanza di luoghi e tempi per l’elaborazione della perdita.
Dalla consapevolezza della finitezza nascono nell’umanità irrequietezza conoscitiva e creatività culturale. Nel corso dei secoli l’atteggiamento sociale nei confronti della perdita di sé e degli altri è mutato. La varietà di rituali, concezioni e pratiche che l’accompagnano in diverse culture indica quanto all’universalità del fenomeno non corrisponda una risposta univoca. L’incertezza che la morte arreca nella nostra esistenza riguarda il confine da stabilire tra morti e vivi, con implicazioni scientifiche, religiose, etiche e comportamentali. Che la morte non si compia in un istante è manifesto in concezioni culturali e religiose che la intendono come processo trasformativo, viaggio che richiede forme di accompagnamento per chi va e chi rimane. Il cambiamento che avviene è talmente pervasivo a livello sociale e individuale che è sempre necessario gestire ed elaborare i confini sfumati della soglia tra vita e morte. Nel nostro attuale orizzonte culturale, carico di morti esperite nella prossimità o tragicamente annunciate a distanza, incombe un senso di rimozione del tempo del cordoglio, con tutte le disfunzioni sociali che questo comporta. Da consapevolezza privata la necessità dell’elaborazione della perdita può diventare priorità collettiva, affinché si arrivi dal tabù della “morte proibita” alla liceità della condivisione.

con
Giovanna Franchi, responsabile del servizio di psiconcologia LILT Villa delle Rose Firenze, regista teatrale
Costanza Lanzara, antropologa, docente di Antropologia culturale presso l’Università degli Studi di Firenze, membro del comitato redazionale della Rivista Lares
Mara Tognetti, sociologa, professore ordinario di Sociologia Generale Università Federico II di Napoli, socia fondatrice della Sezione di Sociologia della salute e della medicina
Padre Bernardo Gianni, monaco olivetano, figura di spicco della spiritualità e cultura fiorentina, abate di San Miniato al Monte

in collaborazione con Associazione La Stanza Accanto

 

15 marzo 2024, ore 18.00, Ridotto del Teatro Metastasio
Lasciar andare: memoria e racconto. Il pensiero e la parola a confronto con il distacco
La morte, il distacco, il congedo, il diritto a sceglierne forme e modalità, il lutto individuale e collettivo, la memoria che prende corpo in racconti viventi: questo intreccio di temi sarà al centro dell'incontro, nel quale, in una prospettiva transdisciplinare, la filosofia, la poesia e il diritto si confronteranno con l'antico, costante ed archetipico sapere della morte.

con
Tommaso Di Dio, autore, poeta, critico letterario e traduttore, membro del comitato scientifico di Mechrí – Laboratorio di filosofia e cultura
e, in collegamento da remoto,
Riccardo Conte
, avvocato civilista, già docente di diritto processuale civile presso la Scuola di specializzazione delle professioni forensi dell’Università di Milano e della Scuola forense del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano (1997-2015), membro del comitato scientifico di Mechrí – Laboratorio di filosofia e cultura di Milano e del comitato scientifico della rivista di Magistratura Democratica Questione giustizia;
Carlo Sini, socio nazionale dell'Accademia dei Lincei, già docente di Filosofia teoretica all'Università degli Studi di Milano, direttore scientifico di Mechrí – Laboratorio di filosofia e cultura;
Florinda Cambria, docente di Filosofia del Presente e di Filosofia della Storia all’Università dell’Insubria e di Filosofia ed Epistemologia alla Scuola di Psicoterapia Comparata di Genova, presidente di Mechrí – Laboratorio di filosofia e cultura, membro del Direttivo della rivista Nóema e dei Comitati scientifici delle riviste Mimesis Journal e Il Pensiero.

in collaborazione con e a cura di Mechrí – Laboratorio di filosofia e cultura

 

19 aprile 2024, ore 18.00, Ridotto del Teatro Metastasio
Genocidio e lutto collettivo. Nel 30° Anniversario del Genocidio in Rwanda, che cosa apprendere dal passato?
In occasione del 30° Anniversario del Genocidio in Rwanda (aprile-luglio 1994), proponiamo una conversazione sul lutto collettivo, o la mancanza dello stesso, al seguito di tragedie di proporzioni inimmaginabili, quali il Genocidio del Rwanda. È certamente lecito ed urgente chiedersi con lucidità e consapevolezza storica, al di là dei miti e delle impressioni generali, se e che cosa l’Europa abbia appreso dai genocidi che hanno macchiato in modo indelebile la sua Storia, primo fra tutti l’Olocausto, e se e che cosa possa essere d’aiuto nel gestire i massacri, le guerre e gli atti disumani a cui l’umanità è chiamata a rispondere nella contemporaneità. Il Genocidio del Rwanda e la sua vicinanza nel tempo sono una sfida dimenticata, che oggi risuona più forte che mai e che richiede un’analisi attenta e informata.

con, in collegamento da remoto,
Timothy Snyder, storico e saggista statunitense, professore di storia alla Yale University e permanent fellow presso l’Institute for Human Sciences di Vienna;
Dorcy Rugamba, regista, attore e drammaturgo ruandese.
Modera Mario Biagini, regista e attore, socio fondatore dell’Accademia dell’Incompiuto.

È possibile assistere all'incontro anche da remoto, tramite un webinar on-line. Per partecipare al webinar occorre avere l'app mobile di Zoom o il Client Zoom per desktop e cliccare sul link Da(l) vivo di venerdì - Genocidio e lutto collettivo. Per accedere all'incontro come spettatore sarà necessario inserire il proprio indirizzo mail e attendere l'inizio. Chi accede come spettatore non è visibile o udibile dai relatori o dalla sala.

 

18 maggio 2024
In concomitanza con l’Oratorio laico finale creato dal Laboratorio teatrale Vive Voci, un incontro conclusivo di presentazione del “Patto di ospitalità”, da un'idea di Marcella Gostinelli, tra enti sanitari e cittadini.
Con rappresentanti di enti sanitari pubblici e privati della città di Prato e della cittadinanza.

 

Tutte le conferenze sono a capienza limitata, ingresso fino ad esaurimento posti.

24.11 / 2023 18.00
15.12 / 2023 18.00
28.12 / 2023 18.00

In concomitanza con la festa poetico-musicale del laboratorio Vive Voci

26.01 / 2024 18.00
09.02 / 2024 18.00
15.03 / 2024 18.00
19.04 / 2024 18.00
18.05 / 2024 21.00

in concomitanza con Oratorio laico del laboratorio Vive Voci

Per informazioni: davivi@metastasio.it

Tutte le conferenze sono a capienza limitata, ingresso fino ad esaurimento posti.