Emilia Romagna Teatro Fondazione / China National Peking Opera Company

Faust

una ricerca sul linguaggio dell’Opera di Pechino

16.03 - 19.03 / 2017

20.45 feriali, 19.30 sabato,  16.30 domenica

Teatro Metastasio

 

Le origini del Jingjù (termine cinese che indica l’opera di Pechino) risalgono alla dinastia Tang (618-907 d.C.) benché la «nascita del Jingjù» venga collocata nel 1790, anno in cui numerose compagnie provenienti dalla Cina meridionale si radunarono a Pechino in occasione del compleanno dell’Imperatore. Queste compagnie continuarono a collaborare per i sei decenni successivi, portando così alla creazione di ciò che ora è conosciuto come Jingjù. Questa famosa arte performativa non solo combina canto e recitazione come avviene nell’opera occidentale ma comprende anche danza, arti acrobatiche e marziali in uno stile affascinante. Per questo motivo l’UNESCO ha incluso lo Jingjù nella lista del "patrimonio culturale immateriale dell’umanità".
Oltre alla forza della musica e del canto, il Jingjù possiede un tipo molto sofisticato di performance fisica: gli attori sono capaci di esprimere emozioni, situazioni (per esempio una notte buia) o ambientazioni (l’interno di una casa, su un fiume ecc.) attraverso i gesti, la danza o il mimo. Quali sono i gesti e i movimenti capaci di oltrepassare i confini culturali ed essere così compresi dal pubblico europeo? Come regista, in passato ho fatto diverse esperienze con il Jingjù. Quando un unico attore interpretò sotto la mia direzione tutti i ruoli in un Woyzeck del 2012, un giornalista di Francoforte scrisse: «È stato stupefacente osservare come la maggior parte dei codici e delle convenzioni - nonostante la distanza culturale - siano in realtà comprensibili».
Questa volta il mio obiettivo è di indurre il pubblico italiano a unirsi a me nel misterioso universo Jingjù, in una forma nuova e contemporanea in cui, nel contesto del Faust di Goethe, si mescolano anche il mio background teatrale europeo e le composizioni italiane.
Il punto di partenza del lavoro è il capolavoro di Goethe Faust. Parte prima della tragedia, dal quale la drammaturga Li Meini ha tratto un nuovo dramma in mandarino poetico secondo il canone Jingjù. Protagonisti di questa vicenda sono Faust e Mefistofele, affiancati da Margherita e da suo fratello Valentino. I ruoli che figurano nell’opera di Pechino sono determinati da un rigido schema di non più di quattro personaggi: accanto a Sheng Sh ng (il ruolo maschile) vi sono Dàn (il ruolo femminile), Jìng (ruolo maschile con il viso dipinto) e Chou (il clown).
Il sistema dei ruoli può essere paragonato a quello della Commedia dell’arte. Solitamente gli attori non cambiano mai la propria categoria di personaggio. In questa produzione, invece, è stata messa da parte questa regola fondamentale: Faust è inizialmente un nobile Sheng ma quando, con avidità ed egoismo, lascia dietro di lui una scia di distruzione, rivela via via la sua vera natura: un selvaggio Jìng. La figura del Jìng è solitamente quella di un personaggio energico, dalla voce potente, il trucco forte e le movenze molto ampie. Mefistofele lascia tracce sul viso di Faust - segni demoniaci, come sfregi della sua avidità e della sua brama di vita. Il personaggio di Mefistofele supera a sua volta i tradizionali confini del ruolo, mostrando aspetti di diverse personalità: un gentiluomo, un demone, un imbroglione e un guerriero.
Questa nuova forma e questa estetica orientale possono mostrare un’opera celebre come Faust, in un nuovo contesto e offrire nuove prospettive su una storia senza tempo. Inoltre questa produzione segna un passo in avanti verso una forma contemporanea di Jingjù, che si apre a moderne influenze e a tematiche del nostro tempo. Il personaggio di Faust simboleggia l’archetipo dell’uomo contemporaneo che in nome del proprio piacere e per avidità, sottomette e sfrutta la natura e le persone, noncurante della miseria e della distruzione che genera. Mefistofele induce Faust in tentazione con seducenti promesse di gioventù, amore e piaceri - ma Faust sceglie in piena consapevolezza e responsabilità. E noi, siamo in grado di assumerci la nostra responsabilità nei confronti del mondo, degli altri esseri umani e dell’ambiente?
Anna Peschke

di Li Meini
basato sul dramma Faust: prima parte di Johann Wolfgang Goethe
traduzione Fabrizio Massini
progetto e regia Anna  Peschke
musiche originali composte da Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani, Chen Xiaoman
con Liu Dake, Xu Mengke, Zhao Huihui,
Zhang Jiachun
musicisti Vincenzo Core (chitarra elettrica ed elaborazione elettronica), Wang Jihui (jinghu), Li Lijing (yueqin), Niu LuLu (gong), Laura Mancini (percussioni), Giacomo Piermatti (contrabbasso), Wang Xi (bangu)

produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione / China National Peking Opera Company

si ringrazia per la collaborazione l'Istituto Confucio

con il patrocinio del Goethe-Institut Mailand

VENDITA BIGLIETTI:

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17.03 / 2017 20.45
18.03 / 2017 19.30
19.03 / 2017 16.30

durata 90 minuti senza intervallo

Spettacolo in lingua cinese con sopratitoli in italiano

 

CENA CON LA COMPAGNIA AL RIDOTTO DEL METASTASIO
sabato 18 marzo ore 21.30 (dopo lo spettacolo)
Prenotazione obbligatoria entro venerdi 17 marzo scrivendo a metlibribistro@gmail.com o telefonando al numero 333/6798698 (Alice). Info sul progetto completo > CENE AL RIDOTTO

 

SERVIZIO BABYSITTING GRATUITO
per la replica della domenica pomeriggio
Prenotazione  obbligatoria entro venerdì 17 marzo scrivendo a cometa@metastasio.it o  telefonando ai numeri 0574/608550 - 608536 (lun/ven, 9.30-13.00 e  15.30-17.30). Info sul progetto completo > BABYSITTING GRATUITO AL METASTASIO