Nostalgia di Dio

Dove la meta è l'inizio

Nostalgia di Dio

9.01 - 12-01 / 2020

20.45 feriali, 19.30 sabato, 16.30 domenica

Fabbricone

"Anche la mucca ha il suo principio di interiorità. Esige una casa, l'ambiente modesto e segreto dove l'inconscio vive."
G. Bachelard

 

Nostalgia di casa.
Questo potrebbe essere l’altro titolo di questo spettacolo, in quanto per me, la casa sono gli affetti, e gli affetti sono l’unica dimensione rimasta che mi rapporti al sacro.
Nel bene voluto, risiede il mistero.
È nel legame, nel bisogno dell’altro, la meraviglia.
C’è lì, nella casa, un’energia invisibile ma concreta, inafferrabile e solida: io so che c’è, anche se non la vedo. Ed è una delle poche cose certe che ho.
Ogni volta che torno a casa, io mi sento come se tornassi all’infanzia. Ma non a una fase qualunque dell’infanzia, ma alla fase dell’onnipotenza, quella dei primissimi anni.
A casa mia, in questo habitat benevolo, io credo di potere tutto e una parte di me, bambina, si rilassa, si libera, respira e si sparge in giro.
Forse questo passaggio succede a tutti, quando tornano a casa. O forse no.
Forse è una dimensione del nostos, del ritorno dell’Eroe. Chissà.
Non so, non saprei, ma mi piace pensarlo.
Il mondo ci limita, la casa ci accoglie e ci espande.
Ed è in questa fioritura potente e affettuosa, che nascono i figli.
Che sono per me l'altra domanda su cui si annoda, senza scioglierla, questo spettacolo.
I figli da piccoli in particolare, in quanto piccoli Dei onnipotenti.
Influenzata dalla favola che ci hanno raccontato, illustrata dalle infinite madonne con bambino, il mio immaginario cattolico infantile - che è l’unico che ho, come probabilmente molti di noi che poi da grandi hanno lasciato perdere - si è ancorato lì.
È lì, prima dei 10 anni, su quelle immagini, che l’impressione indelebile mi si è formata: quella di un Dio bambino, visto dalla prospettiva della madre.
Insomma Dio, per me, è più un figlio che un padre. Un figlio se non proprio dio quantomeno onnipotente. Questo è secondo Freud quello che tutti noi siamo per un breve periodo.
Come non volerci tornare?
Nostalgia di Dio quindi si muove in questo strano crocicchio tra la nostalgia di casa e la nostalgia dell’infanzia onnipotente, che mi è maturato dentro ultimamente, senza capirlo ancora del tutto.
Tutti i bambini sono figli. Dio è un bambino. Dio è un figlio.
Tutti i figli sono Dio? Chissà.
Comunque sia, una cosa si sa: per le madri, i figli, non crescono mai.
L.C.

testo e regia Lucia Calamaro
con Alfredo Angelici, Cecilia Di Giuli, Simona Senzacqua, Francesco Spaziani
luci Gianni Staropoli
scene e costumi Lucia Calamaro
assistente alla regia Diego Maiello
disegno dell’angelo Luca Privitera

foto di scena Guido Mencari

 

produzione Teatro Stabile dell’Umbria, Teatro Metastasio di Prato
in collaborazione con Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin 2018-2019

 

 

PREZZI BIGLIETTI
€ 18,00 posto unico numerato

RIDUZIONI
20% per socio Coop / convenzioni / over 65
35% under 25 e gruppi organizzati
ulteriore 5% per acquisti on-line
€ 12,00 last minute, per i posti rimasti liberi acquistando 5 minuti prima dell'inizio dello spettacolo

09.01 / 2020 20.45
10.01 / 2020 20.45
11.01 / 2020 19.30
12.01 / 2020 16.30
17.01 / 2020

UDINE, Teatro Palamostre

Durata 90 minuti senza intervallo

Spettacolo in abbonamento (formule Fabbricone 7 spettacoli, Sostenitore, A scelta 4 o 7 spettacoli)

Fabbricone

via Ferdinando Targetti, 10/12 59100 Prato (PO)
tel. 0574.690962