Alveare 25 settembre

Silvia Costa, Sara Leghissa, Daria Deflorian, Elena Bucci

25.09 / 2019

21.30

Magnolfi

Silvia Costa
Midnight snack


un lavoro di Silvia Costa e Claudio Rocchetti
una produzione di Xing | Raum


Mindnight Snack è un'intensificazione di azioni e trame che si accendono quando tutto intorno tace e dovrebbe riposare. E' un'attività inappropriata, un'affamata pulsione adolescenziale che si nutre saccheggiando selvaggiamente la cattedrale poetica eretta da Amelia Rosselli.
Poetessa della ricerca, organista ed etnomusicologa, che ha fatto del verso un problema musicale, del contenuto una pulsione psichica. Le chiediamo udienza. Perché ci dia parola. Pensiero, corpo, suono. Entriamo di soppiatto nei suoi urti e allarmi, nei suoi collassi e controlli, nel suo territorio di allucinazione. Ci facciamo trascinare in una vertigine linguistica e dei sensi che deforma, corrode, spacca, intacca con acidi la fotografia del reale. Incorporiamo il suo sguardo inquieto che non trova una collocazione, sempre oscillante tra un dentro e un fuori, il giorno e la notte, la realtà e il sogno. Nella notte immobile qualcuno veglia. Si nutre, pensa, parla, prepara, costruisce, si ferma, si affanna.
« Dai tabaccai metà delle sigarette erano drogate [… ]. Intanto i telefoni saltavano, le conversazioni telefoniche erano ascoltate e si udivano addirittura reazioni psicologiche di divertimento o di minaccia [… ].
Venivo auscultata. Nell'aria, in casa, v'erano rimbombi e come lontane conversazioni [… ]. Una notte mi svegliai soffocando, e sentii come la stanza piena d'onde elettromagnetiche, e me con le gambe addormentate e formicolanti. Forse un aumento di corrente durante il programma televisivo della sera prima, e un accumularsi d'onde nella stanza chiusa? »
Amelia Rosselli.

 

English version

 

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Sara Leghissa
HAVE YOU NEVER BEEN (IL)LEGAL?
(Report di una pratica illegal collettiva)


concept Sara Leghissa
grafica manifesti Marzia Dalfini
composizione dei testi Marzia Dalfini, Sara Leghissa, Chiara Vacirca

in collaborazione con Rita Duina, Margherita Landi, Giulia Landini
cura e promozione Giulia Messia
organizzazione di produzione Eleonora Cavallo


Have you never been (il)legal? è una restituzione, parziale e soggettiva, di un’azione illegale, avvenuta la notte del 12 aprile 2019, all’interno del quartiere Soccorso, nell’ambito del programma Giardini di Prossimità| Territori Contemporanei. In quell’occasione, un gruppo di abitanti del quartiere si è radunato per svolgere una pratica di attacchinaggio non autorizzato. I manifesti riportavano alcune frasi, estratte da interviste svolte nel quartiere stesso, nei giorni precedenti l'azione. Durante le interviste si chiedeva:
Quali sono le forme d’illegalità che pratichi nella tua vita quotidiana?
Cosa provi quando pratichi l’illegalità?
Qual è il tuo sogno illegale?
Il quartiere Soccorso di Prato è una zona complessa della città, per le caratteristiche urbane, la quasi totale assenza di spazi pubblici e una sempre più forte multiculturalità. Spesso la convivenza interetnica diventa occasione per strumentalizzare la diversità. Il limite fra ciò che è legale e ciò che non lo è molto labile, ma la questione della legalità e della sicurezza sta diventando sempre più un tema della Politica e del Potere, per normalizzare, dividere, controllare. E noi siamo spesso prigionieri di un modello culturale secondo cui ciò che è legale è giusto. Come si può, a livello locale, nella convivenza della diversità, uscire da questa gabbia e dare nuovo significato alla legalità?

 

English version

 

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Daria Deflorian
Quella cosa là

 

un racconto teatrale di e con Daria Deflorian


Ricordo perfettamente il tragitto tra la casa minuscola, il buco dove stavo e la libreria, non riuscivo ad andare molto più in là come quando con la bici da ragazzina non superavo il cartello di fine paese per paura dell’infinito. Ora lo sapevo fare, avevo cinquanta anni, per certi versi, tanti versi non ero più così imbranata, ma dove andare, a fare che. Dicendo cosa. Parigi non mi apparteneva, e non sapevo una parola di francese. Entravo in libreria e nella lunga fila sotto la E sceglievo un librino sottile e sconosciuto di Annie Ernaux.
Non mi ricordo l’ordine con cui li ho comprati, se non il primo, un libro su di lei - che ho sottolineato, scrivendo ovunque: “anch’io”, “anch’io” e quello comprato subito prima delle vacanze ad agosto - brevi nel mio mondo con il mio amore, in Grecia, una sola settimana, Passione semplice, letto in spiaggia, travolgente. Non sono sicura, ma credo che “quella cosa là” l’ho letta dopo la vacanza, quando vocabolario alla mano leggere tutto il tempo i suoi libri era diventato non solo un po’ più facile ma anche – definitivamente - il mio unico modo per non sentirmi inutilmente sola in una vita che vista da fuori era “aaah, ma che meraviglia, un lavoro a teatro come attrice a Parigi, che fortuna!”.
Tante cose quell’estate, tra cui scoprire che avevo la pressione alta, il pianto lungo il viale verso place de Clichy dopo la visita medica con l’idea che avrei avuto quel problema "per sempre”, concetto che non avevo ancora mai vissuto con così tanta pena dopo quello del “mai più” della morte prima di mio padre e più recentemente di mia madre.
Estate fredda, con pochi vestiti adatti e quella luce serale fino a tardi che mi stupiva e mi rendeva ancora più struggenti le ore passate nella chambre de bonne a leggere mentre fuori migliaia di bella gente lungo il Canal Saint-Martin beveva birre (“une pression s’il vous plaît” dicevo anch’io a volte, ma dopo dieci minuti l’esperienza di vita fuori era finita) e rideva e chiacchierava quella gente, coi capelli sciolti, i vestiti leggeri e amici, tanti amici attorno. Era l’estate 2014 o 2015, devo controllare.
Comunque in una delle mie passeggiate verso la libreria che sta dopo place de la Republique verso la Bastille (Boulevard du Temple, il nome della libreria aveva a che fare con una pianta) ho comprato quel libro, L’Événement che parlava di quella cosa là, di aborto.

 

 

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Elena Bucci
Lettera al mondo
Prove di libertà di pensiero

di e con Elena Bucci
suono Franco Naddei/Raffaele Bassetti


Mi sorprendo spesso a monologare in dialogo con il mondo: parlo con popoli lontani, con il mio, con i politici, con gli scrittori, con gli artisti, con le persone amate, vive e morte, parlo con quelli che incontro, immagino pensieri e parole di chi non ha potuto e non può esprimersi. Spesso ho rinunciato a parlare, per comprensione, viltà, connivenza, affetto, ma ora cresce sempre più il desiderio di raccontare e testimoniare, perché forse anche la mia nota può servire alla musica sgangherata del globo. Scrivo attraverso il tempo e lo spazio una lettera al mondo a più voci, per colmare silenzi miei e altrui, per trasformare in drammaturgia il borbottio quotidiano che mi rigenera e mi chiarisce.
Elena Bucci

 

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Alveare è uno sciame di visioni tutte al femminile che per tre giorni farà brulicare gli  spazi del Magnolfi.
Silvia Costa, Sara Leghissa, Rita Frongia, Elena Bucci, Chiara Bersani, Francesca Macrì, Daria Deflorian, Ilaria Drago, Katia Giuliani, Elisa Pol, Licia Lanera e Chiara Lagani sono le artiste che permetteranno ad alcuni fortunati spettatori  di affacciarsi dentro i loro mondi.

BIGLIETTO € 16,00 (ridotto 12,00). Il biglietto comprende tutto il percorso con 4 spettacoli.

PASS GIORNALIERO
Abbonamento giornaliero che permette di assistere a tutti gli spettacoli del Festival in programma in ognuna delle giornate del Festival, sulla base della disponibilità dei posti rimasti liberi, al prezzo unico di € 15,00


RIDUZIONE ABBONATI STAGIONE 19/20
Chiunque stipulerà un abbonamento per la stagione 19/20 avrà diritto a uno sconto del 50% su tutti i biglietti del Festival

25.09 / 2019 21.30

Durata di ogni performance 20 minuti circa

prenotazione obbligatoria

Magnolfi

via Piero Gobetti, 79 59100 Prato (PO)
tel. 0574.442906