Il paesaggio è un mostro. Luoghi ibridi tra campagna e città con Annalisa Metta

Il paesaggio può essere un mostro? E se sì, che cosa significa?
Ne parliamo con Annalisa Metta, professoressa associata in Architettura del Paesaggio presso il Dipartimento di Architettura del Paesaggio dell'università di Roma Tre.
Un'idea ce la siamo fatta leggendo la presentazione del libro dal titolo appunto "Il Paesaggio è un mostro" edito da Derive&Approdi: Mostro perché anche il paesaggio è ibrido, incarna il doppio, è l'incontro tra il naturale e il selvatico, un'anomalia che ci parla di futuro....

"Ed è così, di nuovo, che penso ai paesaggi, come situazioni effervescenti, che ci smuovono proprio perché ci interrogano con domande scabrose e irrituali su cosa siano la bellezza, la giustizia, il piacere, il benessere, le tradizioni, il futuro. I paesaggi, come i mostri, sono sfacciati e ci chiedono senza pudore cos’è che desideriamo. I mostri sono perturbanti e possono auspicabilmente esserlo i paesaggi, quando capaci di scuoterci dal torpore dell’anestesia che ci somministriamo sia quando persistiamo a inseguire paesaggi d’antiquariato, che non ci somigliano più, fuori tempo massimo, sia quando costringiamo il paesaggio entro le briglie della cosiddetta sostenibilità, che si accontenta di ‘nature aritmetiche’, tutte giocate su numeri, indicatori, quantità di servizi ecosistemici erogati..."
Da un'intervista uscita su minimaetomoralia

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