Rivista

Immaginate le pagine di questo numero come i fogli di un diario collettivo scritto in segreto e che adesso viene svelato. Dentro ci sono gli appunti, le note, i ragionamenti e i pensieri di venticinque tra attrici ed attori che (con la sollecitazione di quattro domande) riflettono sul proprio lavoro. I maestri e le maestre che incontri sul palco – spiando dalle quinte, prendendo parte alle prove, frequentando un laboratorio – e la relazione tra la scena ed il mondo, l’intersezione crescente del teatro col cinema, i social, le serie tv o questo interrogativo al tempo stesso vitale e tremendo: «perché recito?» o «che senso ha infine ciò che ho scelto come mestiere e destino?». Le loro voci, poste in ordine alfabetico, dialogano. E mai fredde, retoriche, di maniera, s’alzano quasi dai fogli dicendoci: ascoltami, perché tu possa sapere qualcosa in più di me. E poi Chiamami col mio nome, per dirla citando il titolo dello Speciale. Ma non basta. Perché è un attore (Francesco Villano) che racconta nei suoi Taccuini come due spettacoli s’intrecciano divenendo una sola avventura; è un attore (Arturo Cirillo) che consiglia una schiera di volumi da leggere; è un attore (Andrea Cosentino) che scrive un oroscopo che di continuo interroga chi lo consulta, è un attore (Gabriele Portoghese) a firmare la lettera dell’ultima pagina ed è un poeta che fu anche un attore (Enzo Moscato) che ricordiamo ripetendone dolcemente ‘e parole. E ancora: il viaggio in cerca della tomba di un’attrice, Eleonora Duse, le attrici e gli attori nel teatro in forma di libro di Edoardo Fadini, gli inizi di un’attrice (Francesca Mazza) che «ha otto anni, fa teatro in parrocchia, e con il cuore in gola percorre il corridoio che la porterà sul palco. Non resiste e si mette a correre» o le viaggiattrici e le artiste che in Abruzzo dimostrano che il teatro irrinunciabile è un’esperienza volante, che avviene tra i sentieri, gli orti e le piazze di certi piccoli luoghi. Gli attori e le attrici degli spettacoli recensiti in Cara Vecchia Critica, le attrici e gli attori che facendo teatro popolare e sociale smentiscono discorsi e pressione del governo cinese, le attrici e gli attori di casa nostra che, assieme a noi, osservano e s’interrogano su come i partiti nominano il direttore di un Nazionale, com’è appena capitato a Roma ad esempio.
Sta dunque tutto qui, nel numero 7 de La Falena che, edita, sostenuta e distribuita dal Teatro Metastasio di Prato, ha la copertina di Davide Catania, la foto-Speciale di Renato Esposito e che in 112 pagine tiene assieme 48 firme diverse.
Buona lettura!

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