7-14-21-28

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30-31.01 / 2020

20.45

Fabbricone

Civiltà numeriche a confronto. La sconfitta definitiva del significato. Malesseri in doppia cifra che si moltiplicano fino a trasalire: siamo a pochi salti di distanza dalla sottrazione che ci fa sparire.
Oscillazioni e tentennamenti in ideogramma mobile.
Improvvisamente cessa il legame con il passato: corde, reti e lacci tengono in piedi la situazione. Si gioca alla vita in un ideogramma. Il tratto, tradotto in tre dimensioni, sviluppa volumi triangolari diretti verso l’alto che coesistono con linee orizzontali: ma in verticale si muove solo l’uomo.
Qui non si racconta la storiella della buona notte, qui si porge l’altro fianco. Che non è la guancia di chi ha la faccia come il culo sotto. Il fianco non significa se non è trafitto.
Con la gola secca e il corpo in avaria si emette un altro suono.
Fine delle parole.
Inizio della danza macabra.

La storia
In un paese allo sbando un Uomo è affascinato dallo spazio che diventa numero.
La particella catastale dell’ingegno porta l’essere animato a fondersi con la civiltà numerica al declino. Una donna bianca, vestita di rete e di illusione, rimpiange il tempo degli inizi, quando l’amore è solo affanno e poco ancora. Il non senso civico sfugge a chi governa come bestie questo ammasso di carne alla malora. Si vota con la gola gonfia delle urla di chi ha votato prima, ci si lascia sovrastare dall’istituzione che detta convenzione e cancella dignità. Il sollevatore di pesi solleva se stesso e la famiglia organizzata che sputa fiato su ogni collo alla deriva. Intanto la cultura si finanzia con i soldi del padrone: il servilismo non ha dote.
Seduti nell’alto dei cieli ad aspettare il Dio mozzo che ci ha fatto a pezzi. E finalmente i numeri a rendere lo spazio fallace, in balia della cifra che lo schiaccia. Costretto a ragionare non per logica ma per sottrazione, l’uomo è improvvisamente migliore: sotto di lui non c’è la terra che lo seppellirà ma la tabella di uno spazio mai così confuso. Che poi si ride è un problema legato alla mercificazione della pelle macellata.
In questo gioco macabro e perverso si affaccia la fiaba allucinata: altro che felici e contenti, qui la nevrosi insegue il capriolo: uno che scappa e l’altro che corre con due gambe che non ne fanno una.
Fossimo zoppi faremmo più paura.

di Flavia Mastrella Antonio Rezza
con Antonio Rezza
e con Ivan Bellavista
(mai) scritto da Antonio Rezza
habitat di Flavia Mastrella
assistente alla creazione Massimo Camilli
disegno luci Mattia Vigo rielaborato da Daria Grispino


produzione RezzaMastrella, TSI La Fabbrica dell’Attore
Teatro Vascello, TPE - Teatro Piemonte Europa

 

Antonio Rezza e Flavia Mastrella Leoni d’oro alla carriera La Biennale di Venezia 2018

PREZZI BIGLIETTI
€ 18,00 posto unico numerato

RIDUZIONI
20% per socio Coop / convenzioni / over 65
35% under 25 e gruppi organizzati
ulteriore 5% per acquisti on-line
€ 12,00 last minute, per i posti rimasti liberi acquistando 5 minuti prima dell'inizio dello spettacolo

 

BOX REZZA MASTRELLA - 20 euro
consente di assistere ai 2 spettacoli (10 euro a biglietto) della compagnia Rezza Mastrella in scena al Fabbricone (7, 14, 21, 28 e Anelante)

30.01 / 2020 20.45
31.01 / 2020 20.45

Durata 1 ora e 30 minuti senza intervallo

Spettacolo in abbonamento (formule Sostenitore, A scelta 4 o 7 spettacoli)

Fabbricone

via Ferdinando Targetti, 10/12 59100 Prato (PO)
tel. 0574.690962