Mary Halvorson & Mivos Quartet

Quante volte abbiamo ragionato, ascoltato, discusso sull'incontro tra jazz e musica classica? Quante volte i musicisti hanno incrociato stili, linguaggi, forme? Anche inserendo formazioni tipiche di uno stile all'interno di un altro, come un gruppo jazz in un complesso classico, o un quartetto d'archi in un contesto jazz. Ecco, la chitarrista Mary Halvorson (1980) è riuscita in un piccolo miracolo: ha scritto della musica per chitarra elettrica e quartetto d'archi autenticamente originale, che non somiglia a null'altro di già sentito. Un dialogo con la tradizione del tutto nuovo, lontano dal consueto “jazzificare i classici”, in cui gli archi swingano o la chitarra fa la parte del quinto strumento a corda classico. Nel progetto Belladonna (che la Halvorson ha realizzato in parallelo al disco Amarillys per sestetto jazz) c'è tutto questo ma si va anche oltre: c'è una fusione timbrica tra gli strumenti acustici ed elettrici, deformazioni spiazzanti di intonazione, un entrare e uscire spesso indistinguibile tra composizione e improvvisazione, una ricca fusione di jazz, musica contemporanea, folk, tradizione classica, che pone questo progetto tra i vertici della scena contemporanea. Merito della Halvorson, con il suo retroterra che spazia dalla musica di ricerca all'art rock, e del quartetto Mivos, statunitensi che vivono in Germania, adusi a muoversi con disinvoltura nelle aree più originali della musica d'oggi.

Da ascoltare: Mary Halvorson & Mivos Quartet Belladonna (Nonesuch)