Presentazione mappe Immagini di Città

Sabato 23 settembre alle ore 18.00, al Fabbricone, verranno presentate le 5 mappe di altrettante zone di Prato – l'Ex Cantiere, l'Area del Fabbricone, il Macrolotto Zero, Santa Lucia, il quartiere Soccorso –  frutto del progetto speciale Immagini di Città, laboratorio artistico sulla toponomastica e i segni urbani della città di Prato, curato dal giornalista culturale Graziano Graziani, che si è svolto da maggio a luglio 2023. L'ingresso è libero.

La presentazione rientra anche nel progetto Il Fabbricone. Il teatro e la città e nel persorso partecipativo sul progetto di rigenerazione urbana dell'area del Teatro Fabbricone e del Fabbrichino, che creerà nuove connessioni tra il mercato all’aperto e il complesso teatrale grazie ad un grande parco urbano da 20 ettari dove si alterneranno percorsi e spazi verdi.

 

La città è una stratificazione di segni che provengono da epoche diverse. Segni che talvolta rispondono a logiche remote, sepolti dal tempo e dal susseguirsi degli avvenimenti che cambiano la pelle della città, e altre volte, pur restando visibili, finiscono per non comunicare più il loro portato di storie e relazioni.
Immagini di Città è un laboratorio che nasce con l'intento di connettere cittadine e cittadini con questo patrimonio di storie e simboli di cui è fatta la città, che ne rappresenta non solo la storia, ma anche il flusso, la metamorfosi in cui è costantemente immensa.
Seguendo diverse memorie e ricostruzioni – dai segni del fascismo e della deportazione al passato connesso al lavoro delle "pezze", dalla ricca storia teatrale al pantheon di artisti del cinema, della pittura, delle lettere – i partecipanti hanno avuto modo di vedere tante facce di Prato, di scoprirle o riscoprirle. E hanno avuto modo di percorrere quelle strade raccontate, attraverso passeggiate urbane dedicate a vari quadranti della città.
Ma un laboratorio non è solo conoscenza, è anche impadronirsi della realtà raccontata, della "narrazione", e affondarci le mani. Cittadine e cittadini sono stati chiamati a usare l'immaginazione per provare a immaginare un'ennesima possibile metamorfosi della città, incidendo sulla sua pelle nomi, facce, storie che sentivano particolarmente vicine. E – confortati dalla virtualità dell'immaginazione – usando anche una buona dose di ironia.
Riflettendo sul fatto che statue, intitolazioni e simboli che danno forma e "nome" alle nostre città sono, ancora oggi, un terreno dove si scontrano visioni diverse della realtà e della storia – basti pensare alla contestazione delle statue dei colonialisti da parte del movimento Black Lives Matters nel 2020 – l'invito è stato quello di approfondire la toponomastica cittadina non come un dato di fatto pacificato e inamovibile, ma come terreno di confronto dialettico.
Ne sono nate cinque mappe possibili di altrettante zone di Prato – l'Ex Cantiere, l'Area del Fabbricone, il Macrolotto Zero, Santa Lucia, il quartiere Soccorso – che contengono segni immaginari ma possibili. Dalle intitolazioni ai grandi fotografi italiani al racconto attraverso intitolazioni e murales della ricca storia cinematografica e teatrale di Prato; dalla valorizzazione della partecipazione e delle relazioni civiche a quella della storia della città.
Cinque mappe interpretate graficamente dall'illustratrice Gubrin, che rendono visibile un processo che tiene assieme conoscenza, partecipazione e immaginazione.
Graziano Graziani, curatore del progetto

L'estetica delle cinque mappe ha come minimo comun denominatore l'utilizzo del colore. Nell'idea della riqualificazione del territorio e della volontà di dare vita nuova alle strade e ai luoghi dei cinque quartieri selezionati di Prato, ho pensato non potesse esserci metafora migliore del valore cromatico per rappresentare la nascita e rinascita della città. Tra linee, pennelli digitali, ritratti e simboli iconici per la storia e la cultura di questo prezioso territorio italiano, ho ricostruito in immagini le tracce iconiche del passato a cui dire grazie, cercando di valorizzare le prospettive del futuro. Mio obiettivo era richiamare attraverso il colore, l'attenzione dei passanti, turisti e storici cittadini con l'intento di avvicinarsi a vedere, scoprire o ricordare i segni più rappresentativi e le nuove basi di convivenza sociale.
Gubrin, illustratrice